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Policoro ha bisogno di maggiori attenzioni da un punto di vista turistico e agricolo e di un potenziamento concreto dell’ospedale Giovanni Paolo II. L’ospedale da campo, in questo momento, si dovrebbe fare nelle città dove si registrano più casi di Covid-19. Ho valutato con attenzione quello che sta accadendo in queste ore e sono rammaricato per come è stata gestita questa decisone, perché non c’è stato nessun coinvolgimento dei rappresentanti politici dei territori. Non ritengo corretto che certe decisioni si debbano apprendere sui social! E la conseguenza è che è sorta una spaccatura ad ogni livello che va oltre i colori e i partiti politici. E l’atteggiamento ondivago di alcuni amministratori non ha fatto altro che alimentare la polemica. A prescindere dalle posizioni di ognuno è un dovere informare la popolazione con correttezza e trasparenza, così che ogni cittadino possa farsi delle opinioni avendo il quadro reale della situazione. Chiariamo subito che un ospedale di campo serve ad accogliere malati, in questo caso i positivi al Covid19, altrimenti non ha senso chiamarlo ospedale, si chiamerebbe campeggio o in qualche altro modo. A oggi ancora non è chiaro quale sarà il personale sanitario impiegato in questa struttura. E poi c’è bisogno di capire se una città come Policoro, a vocazione turistica e a trazione agricola, sia la collocazione ideale. E la mia risposta è, sicuramente, no. Non può essere Policoro. L’altro ospedale da campo destinato all’Italia sarà realizzato a Schiavonia, frazione di Este (Padova), non a Rimini o a Sorrento.

Quindi continuiamo a lavorare per potenziare gli ospedali di Policoro e Tinchi, è questa la strada da seguire e per farlo non c’è bisogno dell’ospedale da campo donatoci dal Qatar, che ringraziamo, ma che riteniamo debba essere fatto altrove perché sicuramente più utile.